Vino italiano. A Washington si discute dell’esportazione
Il ristorante "Cafe Milano" ha ospitato l'evento "Inside Italian Wine's Next Move in America", una tavola rotonda che ha unito le voci più importanti del commercio del vino negli Stati Uniti, diventando anche una buona occasione per rivenditori, importatori e distributori di condividere le loro esperienze e parlare apertamente delle attuali condizioni di mercato in cui l'ombra dei dazi rende necessaria una ulteriore valorizzazione del marchio Made in Italy nel mondo e della partnership tra Italia e Stati Uniti.

Verso gli Usa il 24% delle esportazioni
Allo stato attuale gli Stati Uniti rappresentano il 24% delle esportazioni totali di vino italiano all'estero e in occasione di questo incontro i produttori hanno ribadito l'importanza di continuare con l'esportazione e la valorizzazione dei prodotti italiani proprio perché sono gli stessi americani i primi a ricercare specificatamente il vino italiano. Nonostante i produttori italiani si stiano espandendo da anni anche in Canada, Messico e Brasile, gli Stati Uniti rimangono ancora al centro della strategia a lungo termine di investimenti all'estero.

Vinitaly Usa a Chicago il 5 e il 6 ottobre
Presenti all'evento il presidente di Veronafiere, Federico Bucolo, il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini, e il presidente di Italian Trade Agency, Matteo Zoppas. L'evento, organizzato da Veronafiere, ha rappresentato un'ulteriore occasione di pubblicizzare il Vinitaly Usa che si terrà a Chicago il 5 e il 6 ottobre 2025. Per l'occasione Matteo Zoppas ha inoltre posto l'accento sull'ultima edizione del Vinitaly di Verona che si è tenuta dal 6 al 9 aprile, ed ha rappresentato una ulteriore opportunità di confronto: "Alla fine del Vinitaly è stata manifestata la volontà di spartirsi il dazio per trovare un punto di incontro tra la produzione e la distribuzione. Ci auguriamo che alla fine di questi 90 giorni di pausa che sono stati dati, le interazioni, le conversazioni, i dialoghi e le negoziazioni tra Europa e America possano farci arrivare ad una situazione di dazio minimo se non nullo".

Il 5% in più di buyer provenienti dagli Usa
Dello stesso parere anche il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, che ha sottolineato come "Nonostante i problemi legati alle relazioni internazionali e alla minaccia dei dazi, a Verona abbiamo avuto il 5% in più di buyer provenienti dagli Stati Uniti d'America rispetto all'anno scorso. Oggi invece presentiamo il Vinitaly Chicago per rilanciare con forza la presenza del vino italiano negli Stati Uniti d'America. Le imprese italiane hanno ben chiara l'importanza di questo mercato e c'è voglia di far vedere l'eccellenza di questi prodotti in questo Paese e il Vinitaly Chicago sta accogliendo tante richieste di adesione e questo vuol dire che c'è proprio voglia di impegnarsi".

Una piattaforma globale
Infine il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini, ha dichiarato: "Abbiamo creato una piattaforma globale che nasce a Verona e prosegue a Chicago con lo stesso marchio per avere la missione di promuovere il vino italiano nel mercato domestico e nel mondo. Il mercato americano è strategico e fondamentale e ascoltando tutti i produttori c'è una grande voglia di voler proseguire nell'investimento e nel sostegno in questo momento di incertezza".