Trump vola a Riad
In una conferenza stampa, tenutasi venerdì scorso alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato la sua visita, definita "storica", in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar, che ha preso il via oggi con la partenza per la capitale Riad. Dal oggi fino al 16 maggio, infatti, Trump sarà impegnato in visite ufficiali che includeranno anche Doha e Abu Dhabi. Giungendo in Arabia Saudita, il presidente degli Stati Uniti ha ribadito la sua strategia, messa in atto già nel suo primo mandato e iniziata con una visita nello stesso mese del 2017. La portavoce della Casa Bianca, Caroline Leavitt, durante la conferenza stampa di venerdì scorso, ha sottolineato la grande importanza che il presidente Trump ha attribuito al suo viaggio.

"Rafforzare le relazioni col Medio Oriente"
Leavitt ha affermato: "Il presidente Trump cerca di rafforzare le relazioni con i paesi del Medio Oriente", sottolineando che dopo otto anni "il presidente Trump tornerà per riaffermare la sua visione di un Medio Oriente prospero e di successo, in cui gli Stati Uniti e i paesi del Medio Oriente costruiscono relazioni cooperative e in cui l'estremismo viene sconfitto e sostituito dallo scambio culturale e commerciale". Gli Stati Uniti hanno iniziato a sostenere il regno saudita fin dagli anni '30, per via delle appetibili riserve di greggio del suo territorio. Questo sostegno è cresciuto dopo la Seconda Guerra Mondiale, per mantenere un condizionamento americano durante la Guerra Fredda ed è continua fino ad oggi con complicati intrecci di interessi sulle rotte del petrolio. Oggi sul tavolo ci sono anche la questione iraniana e nucleare e gli accordi per il controllo sulla Striscia di Gaza. Trump è stato accolto all'aeroporto dall'erede al trono saudita, il principe Mohammed bin Salman.

La firma di importanti accordi tra i due Paesi
Dopo i solenni saluti, il presidente americano e Salman si sono seduti in una lussuosa sala dell'aeroporto e hanno proceduto alla firma di diversi importanti accordi tra i due Paesi. Ad accompagnare il presidente sono stati il segretario di Stato, Marco Rubio, il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, al Commercio, Howard Lutnick, e all'Energia, Cjris Wright. Secondo un comunicato della Casa Bianca la visita del presidente degli Stati Uniti comprenderà un programma fitto di incontri bilaterali con leader aziendali e investitori, oltre alla sua partecipazione al Forum sugli investimenti tra Arabia Saudita e Stati Uniti. Mercoledì, a Riad, Trump si unirà ai leader del Consiglio di cooperazione del Golfo per il quinto vertice Golfo-Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato americano ha confermato al giornale saudita, Asharq Al-Awsat, che la visita "non sottovaluterà il ruolo del Regno nell'ospitare i negoziati relativi alla guerra in Ucraina e il suo ruolo nel calmare la situazione in Sudan e Yemen".

Questioni strategiche
Il portavoce regionale del Dipartimento di Stato americano, Samuel Werberg, ha affermato che il suo Paese "apprezza le iniziative del Regno nel sostenere soluzioni politiche ai conflitti, i suoi continui sforzi per proteggere i mercati energetici globali e il suo contributo alla stabilità regionale attraverso strumenti diplomatici regionali e internazionali". Riguardo alle questioni che si prevede saranno discusse durante la visita del Presidente degli Stati Uniti, Werberg ha confermato che includeranno questioni strategiche legate alla "sicurezza regionale, alla cooperazione in materia di difesa, agli investimenti in tecnologia e alle energie rinnovabili", sottolineando che "rafforzeranno il coordinamento sulle minacce marittime nel Mar Rosso, così come sugli sviluppi a Gaza, in Libano, Yemen, Sudan, Libia, Libano e Iraq, e contrasteranno il comportamento destabilizzante dell'Iran".

Non è prevista alcuna sosta a Tel Aviv
Il portavoce regionale del Dipartimento di Stato americano ha aggiunto che "La visita del presidente Trump in Arabia Saudita rappresenta un'importante opportunità per rafforzare la partnership strategica tra gli Stati Uniti e il Regno dell'Arabia Saudita in settori quali difesa, sicurezza, investimenti ed energia". Nel tour non è prevista alcuna sosta a Tel Aviv. Mai prima d'ora un presidente americano aveva visitato gli alleati arabi senza fare tappa in Israele. I rapporti con il primo ministro, Benjamin Netanyahu, infatti, sembrerebbero essersi incrinati, poichè gli Stati Uniti avrebbero ottenuto da Hamas il rilascio dell'ostaggio israelo-americano, Edan Alexander, senza informare preventivamente Israele. Secondo fonti riportate dal Times of Israel, l'esclusione di Israele dai negoziati avrebbe provocato frizioni con l'esecutivo di Netanyahu, sebbene ufficialmente i rapporti tra i due governi siano ancora definiti "eccellenti".