Scontro tra Trump e Ramaphosa
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha avuto, oggi, un lungo colloquio dal clima teso nello Studio Ovale con il presidente della Repubblica del Sudafrica, Cyril Ramaphosa. Trump ha aperto il suo intervento sostenendo che Ramaphosa "è un uomo che, in alcuni ambienti è certamente molto rispettato" e ribadendo che i due leader "discuteranno di molte cose". Da parte sua il leader sudafricano ha sostenuto che essere alla Casa Bianca è "una vera gioia", affermando di sperare in maggiori scambi commerciali con "la ben più grande economia americana". Ramaphosa ha inoltre fatto leva sulla passione di Trump per il golf, affermando di avergli portato in dono un libro che illustra i campi da golf del Sudafrica, aggiungendo anche di aver iniziato a praticare golf su suggerimento del presidente statunitense: "Ho iniziato ad allenarmi, quindi sono pronto".
Un rapporto solido e potente
Nella prima parte del bilaterale i due leader hanno ribadito l'importanza di rafforzare la collaborazione tra i due Paesi, con Ramaphosa che ha sostenuto come Stati Uniti e Sudafrica facciano "affidamento l'uno sull'altro", affermando: "Abbiamo tutte queste combinazioni di opportunità e di prodotti che acquistiamo da voi e credo che questo crei un rapporto davvero solido e potente. Dobbiamo rafforzarlo ulteriormente e programmare i prossimi passi ed è proprio per questo che siamo qui oggi e ci sentiamo davvero privilegiati".

"In Sudafrica i bianchi sono perseguitati"
Durante l'incontro Trump ha difeso la decisione di accogliere i contadini bianchi sudafricani negli Stati Uniti come rifugiati. Il presidente americano ha sostenuto che l'America negli ultimi anni ha lasciato entrare illegalmente milioni di persone attraverso il confine con il Messico, "ma in Sudafrica molte persone si sentono perseguitate e si stanno trasferendo negli Stati Uniti". Il governo sudafricano ha negato le accuse di Trump sulla persecuzione, sostenendo che i contadini bianchi "sono vittime del problema della criminalità nel Paese". A tal proposito Trump ha affermato che "in Africa stanno succedendo tante cose brutte, ed è di questo che parleremo". Rispondendo ad una domanda della stampa in merito alle accuse secondo cui i bianchi stanno subendo un genocidio, Ramaphosa ha osservato che alcuni membri della sua amministrazione sono "Afrikaner", ovvero un gruppo etnico stanziato nell'Africa meridionale. Trump ha replicato affermando che sono stati pubblicati resoconti e documentari sulla questione, dando ordine al suo staff di abbassare le luci nello Studio Ovale e di riprodurre un video su una televisione che è stata portata nella stanza.
"Questa non è la politica del governo"
Le immagini riprodotte nel video raffiguravano un leader del partito di opposizione che gridava "uccidi il boero". Il presidente sudafricano ha ribadito che "questa non è la politica del governo", sostenendo che l'attuale amministrazione è "completamente contraria alle immagini mostrate nel video", ma Trump è apparso dubbioso in merito a questa affermazione. All'interno dello Studio Ovale era presente anche il patron di Tesla, Elon Musk, immigrato dal Sudafrica, e durante l'incontro il presidente americano ha dichiarato di aver avuto "un grande sentimento per il Sudafrica" e di avere tanti amici in quel Paese. Trump ha affermato: "Elon è del Sudafrica", lasciando intendere che coinvolgere Musk nelle relazioni tra Stati Uniti e Sudafrica potrebbe causare ulteriori controversie. Trump ha ribadito: "Non voglio coinvolgere Elon. Non voglio parlargliene. Non credo sia giusto nei suoi confronti".
Il video è stato riproposto su X
Mentre l'incontro nello Studio Ovale, tra Ramaphosa e Trump, era ancora in corso, la Casa Bianca ha riproposto il video mostrato nello Studio Ovale anche sui social, pubblicandolo su X con il titolo "APPENA MOSTRATO NELLO STUDIO OVALE: Prova di persecuzione in Sudafrica". Secondo il presidente degli Stati Uniti, le immagini mostrerebbero omicidi motivati politicamente che avvengono in Sudafrica, sostenendo che i contadini sudafricani bianchi siano presi di mira.
"Sei un pessimo giornalista"
Nel corso dell'incontro, subito dopo che lo staff della Casa bianca aveva mostrato il video sulle accuse di persecuzione contro i contadini bianchi in Sudafrica, è arrivato l'annuncio del Pentagono di accettazione dell'aereo Boeing 747 donato a Trump dal Qatar in sostituzione dell'attuale Air Force One. A questo proposito un giornalista di Nbc ha chiesto spiegazioni a riguardo. A questo punto Trump si è rivolto in modo critico nei confronti del giornalista, chiedendogli: "Cosa c'entra questo con il jet del Qatar? Sei un pessimo giornalista".