Tajani: “Lo stato di Palestina va prima costruito e poi riconosciuto"

09.06.2025

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ospite della trasmissione radiofonica "Il rosso e il nero" in onda su Rai Radio 1, sollecitato in merito ad un giudizio sul riconoscimento dello stato palestinese, ha dichiarato: i 138 paesi che hanno riconosciuto lo stato palestinese "cosa hanno ottenuto come riconoscimento di uno stato che non esiste? Nulla. Non è che hanno ottenuto risultati da Israele. Se servisse questo a fermare Israele, potrebbe essere una soluzione. Io credo invece che si ottenga l'effetto contrario con riconoscimento di uno stato non c'è. Qual è lo stato del Palestinese? Gaza o la Cisgiordania? Chi è l'interlocutore? L'Autorità Nazionale Palestinese che non controlla Gaza oppure Hamas che è un'organizzazione terroristica? Prima bisogna costruirlo lo stato palestinese e poi riconoscerlo. Io sono assolutamente favorevole al riconoscimento dello stato palestinese, però bisogna prima costruirlo. Credo che l'unico modo sia quello di arrivare ad un cessate il fuoco, poi avere una fase di supervisione da parte di un paese arabo con la presenza anche italiana anche da un punto di vista militare per fare un'operazione di pacificazione e poi riconoscere lo stato di Palestina che riconosce a sua volta Israele che lo riconosce a sua volta Hamas però non può essere un interlocutore. Fuori Hamas dalla Cisgiordania, da Gaza. Questo è fondamentale". 

"Fuori Hamas da Gaza" 

Secondo il ministro, "Hamas è responsabile di tutto ciò che è accaduto. Israele ha sbagliato. Noi abbiamo condannato quello che è stato fatto. Bisogna rispettare il diritto umanitario, però Hamas deve liberare gli ostaggi perché usarli come ricatto è veramente inaccettabile. Questo è vergognoso". In merito alla guerra Russia-Ucraina, Tajani ha affermato: "Noi non abbiamo nessuna intenzione di andare in guerra. Abbiamo detto sempre non avremmo inviato militari italiani in Ucraina, che le armi italiane non potevano e non dovevano essere usate al di fuori del territorio ucraino, cioè per colpire in Russia. Noi non siamo in guerra con la Russia: difendiamo soltanto il diritto dell'Ucraina a difendersi, che è un'altra cosa". Il vicepremier, rispondendo ad una domanda sulla nave della Freedom Flotilla, fermata dalle forze armate israeliane mentre era diretta a Gaza con aiuti umanitari e una dozzina di attivisti tra i quali Greta Thunberg, ha affermato: "Il problema è che loro hanno cercato di entrare in acque territoriali israeliane con una manifestazione che era provocatoria. Era una piccola imbarcazione e non è che potesse portare grandi aiuti: era soltanto una manifestazione politica. Le provocazioni servono soltanto a fare propaganda e null'altro", ha aggiunto"Credo che si debba trattare con Israele. Bisogna cambiare la situazione, però le provocazioni non servono a nulla, servono soltanto a fare attività politiche".