Riconoscimento della Palestina. Abela nega pressioni sul ritardo

03.07.2025

Il primo ministro maltese, Robert Abela, ha respinto le affermazioni secondo cui l'esitazione di Malta a riconoscere formalmente lo Stato di Palestina sarebbe dovuta a pressioni da parte di Israele o degli Stati Uniti. Il premier ha sottolineato che Malta ha costantemente sostenuto un cessate il fuoco e una soluzione a due Stati, aggiungendo che la risposta del Paese agli eventi successivi agli attacchi del 7 ottobre ha riflettuto un approccio equilibrato e coerente. Abela, durante una conferenza stampa, ha dichiarato: "Escludo totalmente qualsiasi forma di pressione esterna. Stiamo aspettando che venga fissata una data per la conferenza, e poi valuteremo la posizione che prenderanno Paesi come la Francia. Se le circostanze di cui abbiamo discusso prima della dichiarazione saranno soddisfatte, procederemo". 

Malta ha sostenuto una soluzione a due Stati 

Il primo ministro maltese ha ribadito che la posizione di Malta resta legata all'esito di una prossima conferenza delle Nazioni Unite, la cui data non è ancora stata confermata. A maggio, Abela aveva promesso che Malta avrebbe riconosciuto formalmente lo Stato di Palestina nel corso di una conferenza ONU prevista per giugno. Tuttavia, la conferenza, inizialmente programmata per il 20 giugno, è stata rinviata dopo che Israele ha lanciato un attacco militare contro l'Iran, ritardando così la decisione. Malta, insieme ad altri tre Paesi europei, aveva espresso nel marzo 2024 la disponibilità a riconoscere lo Stato di Palestina non appena le condizioni lo avessero permesso. Tra questi quattro Paesi, Malta è l'unica a non aver ancora dato seguito alla dichiarazione. Sebbene già riconosca il diritto dei palestinesi a uno Stato futuro, il riconoscimento ufficiale non è ancora avvenuto.