Quorum non raggiunto dal referendum. Affluenza nazionale al 30,58%

09.06.2025

Secondo i dati del portale Eligendo del ministero dell'Interno, nessuno dei cinque referendum abrogativi ha raggiunto il quorum previsto del 50%+1 degli aventi diritto. I cinque quesiti, quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza, sono stati quindi bocciati.  Con 61.591 sezioni scrutinate su 61.591, l'affluenza media nazionale è stata del 30.58%.  Già nelle prime ore di domenica 8 giugno 2025, l'affluenza mostrava dati bassi e oggi, quando le urne si sono chiuse alle 15, il primo dato parziale era lontano dalla soglia necessaria per essere valido.

"Non abbiamo raggiunto il quorum" 

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha commentato i dati sull'affluenza al referendum, durante la conferenza stampa al Centro Frentani di Roma, sede del comitato promotore dei quesiti. Landini ha dichiarato: "il nostro obiettivo era raggiungere il quorum, non lo abbiamo raggiunto, quindi quella che speravamo fosse una giornata di vittoria non la festeggiamo". Il segretario della Cgil ha spiegato: "Non abbiamo raggiunto l'obiettivo del quorum, bisogna dire come stanno le cose. Ma non era un obiettivo politico e quindi non abbiamo cambiato idea. Il risultato, con questo strumento, non lo abbiamo raggiunto ma non cambieremo la nostra strategia, non abbiamo cambiato idea. Anzi, siccome questi temi dovranno essere oggetto nei prossimi giorni di un confronto con il governo e con le associazioni industriali, ripeto: non abbiamo cambiato idea e per una organizzazione come la nostra poter verificare che ci sono quasi 15 milioni di persone che hanno votato è una base iniziale che ci dice che siamo sulla strada buona per affrontare i problemi. Il numero delle persone che hanno votato rappresenta una base di partenza importantissima e questo ci pone la necessità di impegnarci ancora di più, anche con il necessario cambiamento che questo comporta in termini di coerenza della nostra azione e di allargamento di alleanze e relazioni". 

"Una crisi democratica evidente" 

Sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata, in un paese in cui c'è una crisi democratica evidente, assumere la questione della democrazia e della partecipazione come elemento centrale. Lo abbiamo fatto e consideriamo questa esperienza molto importante, un investimento, un inizio di un lavoro che non può assolutamente terminare. I disagi e le problematiche del Paese ci impegnano a continuare questa battaglia, c'è bisogno di continuare questa azione sindacale utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, sia in termini contrattuali si in termini di mobilitazione". Per Landini, "sono state settimane e mesi che mi hanno insegnato che un sindacato deve tornare a imparare ad ascoltare i disagi e i problemi profondissimi che ci sono in questo paese. C'è chi ha scelto di non discutere arrivando addirittura a invitare le persone a non andare a votare senza mai confrontarsi nel merito delle questioni poste. Hanno tentato di far diventare questo referendum un voto contro il governo ma non è stata una scelta nostra. Abbiamo sempre detto che questo non era un voto politico o contro il governo, ma che era un voto per cambiare leggi balorde. Siamo nel pieno di una crisi democratica e dentro una crisi del lavoro senza precedenti, e il fatto che anziché discutere si sia evitato il confronto diretto giocando sul non andare a votare e cercando di farlo passare per un voto contro il governo, non è una responsabilità nostra ma una scelta di cui abbiamo preso atto". 

"Il dovere di difendere le proprie idee"  

"Da cambiare non è il quorum, quello che è da cambiare è l'atteggiamento delle forze politiche rispetto alla democrazia. Le forze politiche dovrebbero avere il dovere, anche di fronte ai quesiti referendari, di dire quello che pensano, di difendere le proprie idee e poi di fare i conti con il pronunciamento della maggioranza". In merito al fare un passo indietro dopo l'esito dei referendum, il segretario della Cgil ha dichiarato: "Ma non ci penso neanche lontanamente, non è oggetto di discussione. Tutto questo percorso la Cgil l'ha fatto insieme, c'è sempre stata una discussione collettiva, non c'è nessuno che decide per gli altri, tutte le decisioni che prendiamo sono collettive".