Valditara: “La scuola contro la violenza sulle donne”

04.04.2025

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenuto ad un convegno organizzato dall'Università di Roma Tor Vergata sulla riforma costituzionale dell'ordinamento giurisdizionale e del Consiglio superiore della magistratura, ha dichiarato: "La riforma costituzionale è una riforma che ha un'origine tecnica. Quando si è introdotto il sistema penale cosiddetto accusatorio, tutta la struttura costituzionale che avrebbe dovuto accompagnare un sistema rivoluzionario come quello non è stata toccata, prima o dopo doveva essere toccata. Quella Costituzione che andava bene con un processo paradossalmente firmato da Alfredo Rocco, da Benito Mussolini e da Vittorio Emanuele III, e che è durato fino al 1988, non andava più bene dopo l'introduzione di un processo completamente incompatibile o in parte incompatibile". 

Nessun attacco all'autonomia della magistratura

Il guardasigilli ha spiegato: "Non c'è nessun reato di lesa maestà e tanto meno un vulnus all'indipendenza e all'autonomia della magistratura giudicante e requirente. E' scritto a chiarissime lettere nella riforma costituzionale. Ogni processo alle intenzioni, che – sotto sotto – si intenda alla fine modificare anche questa, non è altro che un artificio divinatorio, un pò fantasioso. Perchè si deve leggere nella riforma della Costituzione quello che nella riforma non solo non c'è, ma è scritto a chiarissime lettere. E anche qui mi permetto un riferimento personale, vi pare che una persona che per 40 anni ha fatto il pubblico ministero proprio per essere libero e indipendente vorrebbe un pubblico ministero sottoposto al potere esecutivo. E' già scritto, non avverrà mai, non avverrà 'in my name', non in nome di questa riforma costituzionale".