Letta: “Serve l’integrazione economica”

09.05.2025

L'ex premier e decano dell'Istituto de Empresa (IE) di Madrid, Enrico Letta, nel suo intervento alla nona edizione del Ventotene Europa Festival, la kermesse giovanile organizzata dall'associazione di promozione sociale 'La Nuova Europa' in corso a Ventotene, ha detto: "Fare una moneta unica europea oggi ci sembra normale, ce l'abbiamo nelle nostre tasche, è un successo, che più nessuno mette in discussione, ma sappiamo benissimo quanto fosse difficile farla e quanto questa difficoltà abbia assorbito energie politiche ed economiche. Tutta questa fatica non l'abbiamo fatta allo stesso modo per altri temi. Tanti mettono in discussione l'integrazione europea, l'integrazione economica". 

"Pezzi di integrazione fondamentale"

"In tutte le analisi, la questione chiave è che è stato messo tanto impegno sulla moneta che probabilmente non c'erano più le energie politiche sufficienti per fare il resto". Letta ha aggiunto: "Tanti sostengono che l'Europa in questi anni ha perso competitività e quindi che è sbagliata la strada dell'integrazione europea. Il ragionamento è esattamente l'opposto: noi europei abbiamo perso velocità perché non siamo stati in grado di portare avanti pezzi di integrazione fondamentale, come abbiamo fatto nel passato". L'ex premier ha proseguito: "Si può essere in una situazione di sicurezza senza essere indipendenti energeticamente, senza avere connettività o senza avere un mercato finanziario proprio, grosso, importante, unico?"

"C'è bisogno dell'Unione economica" 

"Secondo me, no. Abbiamo 27 mercati nazionali: questo oggi è il grande problema. Il mercato unico è rimasto non integrato in temi chiave come il mercato finanziario, le telecomunicazioni e l'energia: tre grandi macro settori fondamentali per la competitività. Dobbiamo capire che non basta l'Unione monetaria, che c'è bisogno dell'Unione economica. Oggi ci troviamo con un mercato unico non sufficientemente integrato e profondamente asimmetrico ma il mercato unico europeo è l'unico modo per che l'Europa possa essere forte e possa essere in grado di giocare nello stesso campionato di USA, Cina, India. In quel campionato non potranno starci l'Italia, la Germania o la Francia da soli: saremmo tutti dei nani. In quel campionato ci può stare soltanto l'Europa". 

"Un' Europa più integrata" 

Sul futuro dell'Europa "il dibattito non è ideologico, ma è un dibattito di interesse dei cittadini e delle cittadine europee. Questo dibattito deve portarci a fare le scelte giuste, quelle di un'integrazione fatta per creare lavoro e soprattutto crescita. Questa è la partita fondamentale che abbiamo davanti: questa partita ha bisogno di una Europa più integrata. Non possiamo rinchiuderci nell'angolo della nostra tranquillità: la sostenibilità, il futuro industriale, il lavoro e i giovani sono temi sui quali dobbiamo esserci come Europa unita, l'unica è esserci insieme come 27 Paesi europei ed esserci col mercato unico. Se lo faremo, saremo in grado come Unione Europea di batterci per i valori europei, che sono valori fondamentali e importanti. Se non lo faremo, saremo deboli. Se non agiremo oggi, saremo in declino".

"Abbiamo perso capacità" 

Letta ha concluso: "In questi trent'anni il mondo è passato da 3 miliardi a 8 miliardi di abitanti e la rivoluzione tecnologica fa sì che la dimensione di un Paese determini anche in parte il suo successo economico. Non è che abbiamo perso competitività o abbiamo perso crescita, abbiamo perso capacità. È il resto del mondo che si è messo a correre a una velocità che noi non potevamo allora considerare possibile in una logica molto poco lungimirante, perché non pensavamo che la dimensione degli abitanti di un Paese avrebbe avuto il suo impatto sulla crescita".