Le autorità libiche contro il piano di deportazione Usa

08.05.2025

Secondo segnalazioni di funzionari statunitensi i voli per la deportazione in Libia, previste dal presunto piano dell'amministrazione Trump di deportare i migranti, potrebbero iniziare già questa settimana. Gli stessi funzionari hanno riferito che le forze armate americane potrebbero facilitare i trasferimenti, nonostante il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti continui a sconsigliare i viaggi in Libia a causa di "criminalità, terrorismo e disordini civili". In seguito a queste segnalazioni un giudice federale statunitense a Boston, Brian Murphy, ha emesso un'ordinanza temporanea per bloccare le deportazioni. Il giudice ha affermato che tali atti violerebbero "evidentemente" un'ingiunzione precedente che tutela il diritto al giusto processo per i migranti, garantendo loro un'adeguata notifica e la possibilità di contestare legalmente l'espulsione.

La presa di posizione libica

Le autorità libiche, nonostante le divisioni politiche interne al Paese, si sono opposte con fermezza al presunto piano dell'amministrazione Trump, definendolo inaccettabile e una violazione della sovranità nazionale. Il Primo Ministro, capo del Governo di Unità Nazionale (GNU) con sede a Tripoli, Abdul Hamid Dbeibeh, ha dichiarato sulla piattaforma X che la Libia "rifiuta di essere una destinazione per la deportazione dei migranti sotto qualsiasi pretesto". La sua presa di posizione è stata condivisa da tutto lo spettro politico libico. Anche l'Esercito Nazionale Libico (LNA), con base a est e guidato dal generale, Khalifa Haftar, ha negato con decisione qualsiasi coordinamento con gli Stati Uniti. 

"Rapporti inaccettabili" 

Il generale di divisione e direttore della Guida Morale del LNA, Khaled Al-Mahjoub, ha definito i rapporti sulle deportazioni "completamente falsi e inaccettabili," affermando che non esiste alcun accordo per ricevere deportati e che non sarà consentito alcun volo attraverso aeroporti o confini controllati dal LNA. Il ministro degli Esteri del governo designato dal parlamento di Bengasi, Abdel-Hadi Al-Hwaij, contro ogni tentativo di politicizzare la questione migratoria, ha ribadito il rifiuto assoluto di qualsiasi accordo o negoziato in merito all'insediamento di migranti in Libia, sottolineando che i quadri giuridici e diplomatici del Paese non consentono tali operazioni. 

Impegno verso i diritti umani 

Al-Hwaij ha ribadito l'impegno della Libia verso il diritto internazionale e i diritti umani, chiedendo il rispetto della sovranità nazionale in un periodo di difficoltà politiche e di sicurezza. Sia il GNU che il LNA hanno evidenziato che la delicata situazione interna della Libia, già gravata dalla gestione dei flussi migratori e da profonde divisioni politiche, rischia di essere ulteriormente destabilizzata da decisioni unilaterali straniere.