Israele attacca l’Iran. Raid sui siti nucleari

13.06.2025

Secondo quanto riportato dalle Forze di difesa israeliane (Idf), l'Aeronautica israeliana ha colpito nella notte oltre 100 obiettivi iraniani, utilizzando circa 200 aerei e oltre 330 munizioni. L'operazione, denominata "Rising Lion" ("Il Coraggio del Leone"), ha riguardato obiettivi militari e nucleari, oltre esponenti dei Guardiani della rivoluzione. Un portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), citato dai media, ha riferito che negli attacchi di Israele all'Iran, decine di radar e siti di lancio di missili terra-aria sono stati distrutti precisando che è stato completato un attacco su vasta scala contro il sistema di difesa aerea iraniano nell'ovest dell'Iran. Almeno 95 persone sono rimaste ferite, oggi, in tutto l'Iran. Il portavoce dei Servizi di Emergenza Nazionale, Mojtaba Khaledi, alla televisione di stato iraniana, ha riferito: "Finora, 95 persone sono rimaste ferite e sono state trasportate in centri medici in 12 diverse province che sono state prese di mira". I media statali iraniani hanno confermato l'uccisione del comandante dei Guardiani della rivoluzione iraniana, i pasdaran, il generale Hossein Salami, insieme a un certo numero di guardie del corpo. Negli attacchi sarebbe stato ucciso anche lo scienziato nucleare, Fereydoun Abbasi. La portavoce delle Idf, Effie Defrin, ha confermato in una conferenza stampa che l'Iran aveva lanciato oltre 100 droni verso Israele nelle ultime ore. 

"Un'operazione esistenziale" 

Il capo dell'intelligence militare israeliana, il generale Shlomi Binder, ha affermato: "Stiamo intraprendendo un'operazione esistenziale contro un nemico che cerca di distruggerci, sviluppare capacità nucleari, avanzando rapidamente nello sviluppo delle sue capacità nucleari, sviluppare capacità di armi convenzionali in quantità molto, molto grandi: questo è ciò che vogliamo ridurre, interrompere ed eliminare questa minaccia". Le forze dell'IDF hanno riferito ancora che "Nella notte, i caccia dell'Aeronautica militare, sotto la guida precisa dell'intelligence, hanno attaccato il sito di arricchimento dell'uranio del regime iraniano nell'area di Natanz. Si tratta del più grande sito di arricchimento dell'uranio in Iran, che da anni lavora per ottenere armi nucleari e contiene l'infrastruttura necessaria per l'arricchimento di livello militare. Gli attacchi hanno danneggiato lo spazio sotterraneo del sito, che ospita una sala di arricchimento a più piani con centrifughe, cabine elettriche e altre infrastrutture di supporto. Inoltre, sono state attaccate infrastrutture vitali del sito che ne consentono il funzionamento continuo e il proseguimento del progetto del regime iraniano per l'ottenimento di armi nucleari". Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, si è congratulato con le Forze di difesa israeliane (Idf) per l'operazione lanciata in Iran, affermando: "L'attacco preciso contro i comandanti dei Guardiani della rivoluzione, l'esercito iraniano e gli scienziati nucleari, tutti coinvolti nel portare avanti il piano per distruggere Israele, trasmette un messaggio forte e chiaro: chiunque agisca per distruggere Israele verrà eliminato". Il ministro ha aggiunto: "Le Idf continueranno le loro operazioni per contrastare il programma nucleare iraniano e rimuovere le minacce contro lo Stato di Israele. L'Iran pagherà prezzi crescenti finché continuerà le sue attività aggressive". 

Chiuse le ambasciate di Israele nel mondo 

I media israeliani, citando una nota del ministero degli Esteri, hanno riferito che le ambasciate di Israele in tutto il mondo saranno chiuse e non saranno erogati i servizi consolari. La mossa è avvenuta dopo l'attacco israeliano su obiettivi in Iran e il timore per una reazione. I militari, in una dichiarazione, hanno detto: "Il regime iraniano ha lavorato per decenni per ottenere un'arma nucleare. Il mondo ha tentato ogni possibile percorso diplomatico per fermarlo, ma il regime si è rifiutato di fermarsi". Il ministero ha consigliato agli israeliani all'estero di comunicare la loro condizione e ubicazione. I media israeliani hanno riportato che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha parlato oggi con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La telefonata è avvenuta dopo l'attacco di Israele ai siti militari e nucleari iraniani. Il precedente colloquio fra Trump e Netanyahu era avvenuto ad inizio settimana. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio dopo l'attacco di Israele all'Iran, ha dichiarato: "L'operazione Rising Lion continuerà finché sarà necessario per eliminare la minaccia esistenziale che incombe su di noi. L'operazione rappresenta un momento decisivo nella storia di Israele". Netanyahu ha sottolineando che l'Iran possiede ancora "capacità significative" per colpire Israele. Israele ha dichiarato lo stato d'emergenza speciale in tutto il Paese a causa del timore di una risposta iraniana. La popolazione, infatti, ha ricevuto l'ordine di seguire scrupolosamente le istruzioni del Comando del fronte interno e rimanere nei pressi dei rifugi antiaerei. Le scuole sono state chiuse in tutto Israele e lo spazio aereo israeliano è stato chiuso ai voli. In queste ore è in corso la riunione del gabinetto di sicurezza israeliano. 

Mobilitazione di massa dei riservisti 

Il capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), generale Eyal Zamir, ha annunciato la mobilitazione di massa di decine di migliaia di riservisti, affermando: "Abbiamo lanciato l'offensiva perché era giunto il momento: abbiamo raggiunto il punto di non ritorno. Questa è un'operazione cruciale per prevenire una minaccia esistenziale da parte di un nemico che invoca apertamente la nostra distruzione. Non possiamo permetterci di aspettare". Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, ha sentito al telefono il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, e il suo omologo tedesco, Johann Wadephul, con i quali ha parlato degli attacchi contro obiettivi nucleari e militari in Iran. Sa'ar a Wadephul ha dichiarato: "Abbiamo preso questa decisione all'ultimo momento possibile, dopo aver esaurito tutte le altre vie". Secondo quanto riportato dall'ufficio del ministro degli Esteri israeliano, Sa'ar ha aggiunto: "Il mondo intero ha visto e capito che gli iraniani non erano pronti a fermarsi e che dovevamo fermarli. L'ultimo rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha illustrato le gravi violazioni iraniane. Sappiamo che ci attendono giorni difficili, ma non abbiamo altra scelta". Durante il colloquio con Tajani, il ministro degli Esteri israeliano ha parlato della guerra nella Striscia di Gaza: "Anche Israele è interessato a raggiungere un accordo sul rilascio degli ostaggi, cosa che Hamas ha finora respinto".