Foti. Centrodestra unito sulla difesa

31.03.2025

In un' intervista al Corriere della Sera il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti, ha dichiarato: che "sulla politica di difesa vi è piena identità di vedute nella maggioranza su quanto proposto da Meloni". Ovvero: "non inviare alcun contingente militare italiano in Ucraina prima di un accordo di pace e solo se deciso con mandato Onu; estendere invece l'articolo 5 del Trattato Nato anche all'Ucraina, anche se non ne fa parte; lavorare per realizzare una politica di difesa che rinforzi le capacità operative degli Stati nazionali europei nell'ambito dell'alleanza Nato, in un quadro geopolitico in cui si registrano fortissime tensioni e conseguenti pericoli".

Contano i fatti

Foti ha sottolineato che "Esistono linguaggi e posizioni anche diverse in una coalizione, ma poi contano i fatti. E il centrodestra su questi non si è mai diviso, a differenza dell'opposizione. Poi quello che ci sarà da fare nel concreto è ancora da definire, non è che l'Europa dovrà per forza spendere 650 miliardi per il piano di 'riarmo', come era stato definito in modo infelice. Tant'è che ogni Stato potrà stabilire quanto investire sulla difesa".

I bisogni degli italiani

Al giornalista che gli ha fatto osservare che la Lega continua a sostenere che non si devono spendere soldi in armi ma per i bisogni degli italiani, Foti ha risposto: "Intanto, non si tratta di comprare carrarmati, si tratta di cybersicurezza, di innovazione. Poi, una quota dovremo necessariamente spenderla, perchè l'obiettivo del 2% del Pil da destinare alla Nato lo abbiamo accettato tutti, a partire dal governo Conte che lo approvò. E va anche detto che se si vuole mantenere un rapporto con Trump, è lui stesso che lo pretende. Diverso è il resto. Rafforzare la difesa è un obiettivo che si potrà raggiungere anche tramite l'introduzione di piani di garanzia pubblica per il finanziamento degli investimenti sia nell'industria della difesa sia nei settori tecnologici, logistici e infrastrutturali, così come proposto dall'Italia in sede Ecofin dello scorso 11 marzo".

Usa alleato fondamentale

Foti ha fatto osservare che : "Può assolutamente accadere che su grandi temi ci siano convergenze da parte dell'opposizione, anche noi siamo stati 5 anni all'opposizione ma su Ucraina e scostamento di bilancio per il Covid votammo con il governo. Non perdiamo tempo a immaginare stranezze o sostituzioni o aggiunte, il governo va avanti e lo fa bene. Sarebbe bene che tutti evitassero di alzare la tensione, di cercare il male assoluto per farne una guerra politica, e stessero ai fatti. Non è che gli Usa sono cattivi perchè c'è Trump o buoni quando c'era Biden. Restano un alleato fondamentale.

Mantenere i nervi saldi

Mantenere i nervi saldi non significa essere deboli, così come mettersi l'elmetto prima che la guerra sia dichiarata è controproducente. E comunque una cosa è certa: sono stati altri i governi che si sono messi a cuccia di fronte a richieste straniere, non lo è il nostro. Trump ha minacciato dazi anche alla Russia se dovesse ostacolare l'accordo per arrivare poi alla pace, e sull'Iran ha detto che potrebbe passare ai bombardamenti e dazi secondari se vanno avanti con lo sviluppo dell'arma nucleare.

Dazi. Arma a doppio taglio

Pare evidente che i dazi diventano un'arma di trattativa di Trump, e per questo prima di reagire l'Europa deve individuare quale sia la strategia migliore. Grandi economisti sostengono che i dazi commerciali sarebbero un'arma a doppio taglio, colpirebbero anche gli Usa. Vediamo esattamente in cosa consistono le misure che vuole prendere l'amministrazione americana e l'Europa risponda poi con equilibrio, razionalità, mostrandosi aperta al confronto. Anche in Italia: non alimentiamo agitazione nell'opinione pubblica, perchè i danni non sarebbero per il governo, o non solo, ma per il Paese. E all'Italia dobbiamo pensare".