Landini: “Il 5 aprile non sarò in piazza”

31.03.2025

In una intervista al Corriere della Sera il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha sottolineato che il sindacato non sarà in piazza con il Movimento 5 Stelle alla manifestazione contro il riarmo, sabato 5 aprile. Landini ha spiegato: "La Cgil non aderisce a manifestazioni di partito. Poi, le singole persone faranno quello che ritengono più opportuno. Il segretario della Cgil non partecipa. Ma noi siamo rispettosi di questa e di altre iniziative contro il riarmo". E ha aggiunto: "C'è sì il problema di una politica per la sicurezza dell'Europa, ma per noi deve essere fondata sui diritti, il lavoro e lo Stato sociale".

La riconversione

Per quanto riguarda la riconversione dell'automotive alla difesa, Landini ha proseguito: "credo sia una stupidata totale. Qui siamo davanti a scelte di fondo. Quando produci le armi poi le devi usare. Non è accettabile questa ipotesi di riconversione, perchè così si entra in una economia di guerra, quando invece alle persone bisogna dare sviluppo e diritti. L'Italia e l'Europa hanno il problema di non essere più al centro dell'innovazione, come si vede sull'intelligenza artificiale. E anche sui settori più tradizionali, siderurgia, chimica, mobilità, abbiamo smesso da tempo di investire. Riteniamo che le politiche industriali debbano avere altri obiettivi, dalla stabilità e qualità dell'occupazione al miglioramento dei salari".

Il rinnovo dei contratti

In merito al rinnovo dei contratti pubblici e privati il segretario della Cgil ha sostenuto: "Governo e Confindustria debbono riaprire i tavoli, dai metalmeccanici alle telecomunicazioni, con aumenti reali. Ma risolvere la questione salariale significa anche affrontare le ragioni della povertà del lavoro: dalla redistribuzione dei redditi tutta a favore dei profitti alla precarietà senza precedenti, fino alla catena dei subappalti. Per questo i referendum sono fondamentali".

Il referendum

Landini ha ricordato che "Con il voto dell'8 e 9 giugno si possono cambiare le cose, creando le condizioni per un salario fondato sulla stabilità e la sicurezza del lavoro. L'11 e 12 aprile a Milano lanceremo la campagna referendaria. Il 12 saremo in piazza in 120 città e a Bruxelles e Parigi perchè potranno votare anche i cittadini fuori sede in Italia e all'estero per motivi di studio, lavoro o cura". Il leader della Cgil ha assicurato che in merito al quorum "ci sono tutte le condizioni per raggiungerlo. Certamente non è facile in un Paese dove ormai metà degli elettori non va a votare. Ma questo è un voto che non delega ma consente di decidere direttamente. In caso di vittoria, il giorno dopo il voto, due milioni e mezzo di persone otterranno la cittadinanza italiana e i lavoratori delle aziende con più di 15 dipendenti riavranno tutti l'articolo 18 contro i licenziamenti, e si estenderà alle imprese appaltatrici la responsabilità in caso di incidenti sui lavori appaltati".

L'invito al voto

Landini ha concluso: "Diversi partiti hanno firmato per il referendum e quindi mi aspetto che facciano la loro parte durante la campagna referendaria, che formalmente si aprirà tra qualche settimana. E mi aspetto che tutti i partiti, indipendentemente dalla loro posizione nel merito, invitino i cittadini a votare. Troverei inaccettabili inviti ad andare al mare, un vero attacco alla democrazia".