Da Malta una riforma in tema di asilo

25.03.2025

Il primo ministro di Malta, Robert Abela, ha confermato che il suo Paese "spingerà per una riforma della Convenzione europea dei diritti umani (Cedu)". In un'audizione parlamentare Abela ha espresso le proprie preoccupazioni per il fatto che l'interpretazione del testo da parte della Corte europea dei diritti umani possa ostacolare gli sforzi dei Paesi europei nel contrastare l'arrivo di richiedenti asilo. Il premier ha aggiunto che Malta promuoverà una "riforma della convenzione" quando assumerà la presidenza del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa per un mandato di sei mesi a partire da maggio.

Sostenuta la posizione di Malta

Abela ha precisato di avere mosso le proprie osservazioni durante un incontro incentrato sulla migrazione, organizzato dai primi ministri di Italia, Paesi Bassi e Danimarca, in occasione del recente vertice dell'Ue. All'incontro avevano partecipato anche i leader di Austria, Belgio, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Lettonia, Polonia e Svezia, oltre alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Abela ha dichiarato che i leader nazionali presenti hanno sostenuto la posizione di Malta sulla questione. Il primo ministro maltese ha ripetutamente criticato quella che ha definito un'interpretazione "restrittiva" della Cedu, redatta originariamente nel 1950 dal Consiglio d'Europa.

Reinterpretare il principio di non respingimento

Egli ha sostenuto, infatti, che questa interpretazione limita la capacità dei paesi di gestire efficacemente i flussi di richiedenti asilo. Pur sottolineando l'impegno continuo di Malta nel rafforzare i diritti umani, Abela ha chiarito che tali protezioni dovrebbero essere applicate solo quando effettivamente giustificate. Secondo il primo ministro maltese, inoltre, la Corte europea dei diritti dell'uomo sta limitando la capacità dei Paesi di trasferire i richiedenti asilo in altri Stati.

Rivedere il concetto di "sicurezza"

Abela ha osservato che la Corte con sede a Strasburgo considera spesso pericolosi "interi Paesi" basandosi sulla valutazione di singole regioni, citando l'esempio di un Paese etichettato come non sicuro semplicemente perchè il "5%" del suo territorio lo è. Il premier maltese ha chiesto una reinterpretazione del principio di non respingimento, che vieta l'espulsione di individui verso Paesi in cui la loro vita o libertà potrebbero essere minacciate, come sancito dalla Convenzione di Ginevra.