Continuano i blocchi dei manifestanti in Serbia
Dopo la grande manifestazione studentesca, tenutasi in piazza Slavija, nonostante gli interventi delle forze dell'ordine, i cittadini sono tornati di nuovo in strada. Le manifestazioni sono proseguite durante la giornata nella capitale e in diverse città del Paese, su iniziativa dei collettivi studenteschi. Le organizzazioni degli studenti hanno proclamato la "Luce verde", un appello alla disobbedienza civile come forma di protesta. In diverse città della Serbia sono ripresi i blocchi stradali, mentre a Belgrado e in altri centri urbani questa mattina si sono registrati incidenti e arresti. Presidi di polizia sono stati segnalati anche davanti alla Facoltà di Giurisprudenza di Belgrado, dove studenti e cittadini hanno denunciato ulteriori arresti e presunti episodi di violenza. Secondo l'organizzazione "Kreni-promeni", la polizia è intervenuta all'alba in via Vojvode Stepe a Belgrado, dove sono stati arrestati diversi cittadini. La disobbedienza civile, guidata da collettivi studenteschi, ha portato al blocco di numerosi snodi chiave della capitale tra cui Miljakovac, Autokomanda, Nuova Belgrado, Banovo Brdo, Konjarnik e il ponte Gazela. Verso le cinque del mattino, ad Autokomanda, è iniziato un controllo a campione dei documenti. Scene simili si sono verificate anche a Zemun, dove le forze dell'ordine hanno intimato ai manifestanti di sciogliere i blocchi.
A Novi Sad sono state bloccate diverse arterie, e secondo quanto annunciato, nuove proteste sono state previste alle ore 18.00. Mobilitazioni sono state registrate anche a Nis, Cacak, Kragujevac, Subotica, Uzice, Zrenjanin, Smederevo, Valjevo, Pancevo, Gornji Milanovac e Ruma. Video diffusi sui social media hanno mostrato agenti, alcuni con il volto coperto da passamontagna, intenti a smantellare le barricate e a fermare i manifestanti. Gli studenti hanno riferito che in quella sola via sarebbero state arrestate 16 persone. Il Partito Democratico ha inviato oggi una lettera ai gruppi parlamentari dell'opposizione, esortandoli ad abbandonare i lavori dell'Assemblea Nazionale e a sostenere le richieste avanzate dagli studenti.

